Annoiare.
e mentre leggeva si crogiolava innanzi alle parole annegando in esse... si soffermava su ogni singolo sinonimo, lentamente... assaporandone ogni sfumatura... ritornando poi su quei termini che le erano più congeniali... sviscerando la noia in ogni suo aspetto e possibile combinazione... termini quali: tampinare, sbattere, straziare, torturare... le davano un piacere immenso... su sfasciare, sfondare e spaccare, poi, si soffermava per minuti interi... immaginando mani, peni, seni, ovunque mordere il suo corpo... immaginando la sua pelle tagliata ovunque, come un bel costume di orifizi, nessun ne scampi, riempiti di volumi, di fluidi e abitudini libidini...
la voce dei contrari non la leggeva mai... si limitava a scorrere le parole con lo sguardo annoiato... dopo essere venuta... tenendo una sigaretta tra le dita... ancora intrise di umori canditi...
la voce dei contrari non la leggeva mai... si limitava a scorrere le parole con lo sguardo annoiato... dopo essere venuta... tenendo una sigaretta tra le dita... ancora intrise di umori canditi...
nel vivere con questa sensibilità,la rigida limitatezza insita nelle parole cominciò a sembrarmi opprimente.
RispondiEliminaPoichè ero ancora una bambina,lo capivo con il corpo,credo.
In ogni caso fu allora che per la prima volta provai un profondo interesse per le parole,queste cose che si dileguano nel momento stesso in cui vengono espresse.
Strumenti che contengono allo stesso tempo l'attimo e l'eternità.
La guarigione fu altrettanto improvvisa.