Koyaanisqatsi ed i suoi derivati.


KOYAANISQATSI - life out of balance

Una storia di una vita - un post lungo una vita

Ho inseguito Kooyanisqatsi fin dalla metà degli anni '90 quando, in uscita a Sacile(PN) con un gruppo scolastico, lo vidi per la prima volta in occasione di un festival cinematografico cui era presente addirittura Michelangelo Antonioni in persona col suo "Al di là delle nuvole".
Impossibile all'epoca recuperare una copia per una visione privata.

Lo ritrovai molti anni più tardi al corso di Teoria e Pratica dei Mass Media all'Accademia di Belle Arti di Venezia.
Impossibile farsi fare una copia dal buon Carlo Montanaro, l'allora docente.

Arrivò così la connessione flat.
Sì, ma 56k dial-up.

Riuscii comunque a scaricarmene una copia piratata in qualche mese di download.

Infine, non molto tempo fa, acquistai online una copia originale in dvd, finalmente reperibile con facilità e costo accessibile in uno dei millemila e-store sparsi nella rete.

Vicissitudini degne dell'essenza stessa di Koyaanisqatsi.

Meraviglioso e terribile

Koyaanisqatsi è classificato come: "documentario" ed è pure del 1982. Fa pensare che sia di una noia pazzesca.
Non è così.
Koyaanisqatsi è un'esperienza sensoriale che ti fa aprire la bocca e sbavare senza che te ne accorga.
Poco importa sia del 1982 e dunque sia ormai qualcosa di già visto e inconsciamente conosciuto.
La fotografia spettacolare di Ron Fricke, le musiche centripete e centrifughe di Philip Glass ricamate impeccabilmente per ogni gruppo di scena, l'assenza di dialoghi, l'immersione da un ambiente selvaggio ad un ambiente meccanico prima, umanizzato dopo, sempre più tecnologico durante, arrivando finalmente alla fusione dell'umanità alla tecnologia con un tragico fallimento, fanno del film di Godfrey Reggio un viaggio difficile da definire veramente fino in fondo nel proprio animo, non importa siano passati 30 anni.

Da vedere in full HD Home theater a volumi esagerati.

Il trailer



Screenshot progressive


1985: spot Saiwa

A dire il vero l'incontro con Koyaanisqatsi, l'ho avuto molto prima degli anni '90. Ricordo ancora con precisione infatti, pur avendo avuto solo 7 anni, lo spot dei cracker Saiwa che ne ha ripreso le immagini.


La trilogia Qatsi

Koyaanisqatsi in realtà è un primo capitolo di una trilogia, Trilogia Qatsi per l'appunto.
Qatsi significa "vita" in lingua Hopi.
Koyaanisqatsi life out of balance, in lingua Hopi sigifica "vita in tumulto"; Powaqqatsi life in transformation, il secondo capitolo, significa "vita che consuma le forze vitali di altri esseri per promuovere la propria vita"; Naqoyqatsi life as a war, il terzo capitolo, significa "vita in cui ci si uccide a vicenda".
Sui contenuti non c'è molto da aggiungere oltre a quanto espresso nel titolo stesso. Per il resto, a mio parere, manca purtroppo della fotografia di Ron Fricke, "abbassando" così la qualità del lavoro da un "superlativo" ad un più modesto "eccellente".

I trailer:




Baraka

Ritroviamo Ron Fricke 10 anni dopo Koyaanisqatsi, nel 1992, con un film/documentario tutto suo: Baraka.
Il film, senza dialoghi, ci regala i meravigliosi punti di vista di Fricke attraverso una lunghissima lista di paesi, filtrati da una colonna sonora che purtroppo non è ai livelli di una composizione di Philip Glass, ma che restituisce lo stesso profonda partecipazione, raggiungendo il punto massimo con un incredibile Kecak balinese.

Da vedere con calma a pieno monitor (finché è disponibile su YT):
Edit (03/2015): il video è stato rimosso, quindi è stato qui sostituito con il trailer.





Home


Home è un documentario del 2009, diretto da Yann Arthus-Bertrand.
A differenza degli altri qui abbiamo una voce narrante e le inquadrature sono quasi tutte aree, con risultati meravigliosi. Da vedere.
Potete vederlo direttamente alla pagina del progetto dedicato e scoprire che non è solo un documentario.

Fonti

I film stessi
http://it.wikipedia.org/wiki/Koyaanisqatsi
http://it.wikipedia.org/wiki/Trilogia_qatsi
http://it.wikipedia.org/wiki/Baraka_(film)
http://it.wikipedia.org/wiki/Home_%28film_2009%29

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